Allora, spero di averti fatto capire abbastanza del
progetto; prima di entrare nel merito di domande più specifiche, quali sono tue
impressioni generali, sotto tutti i punti di vista, sul progetto?
Mi sembra
interessante, soprattutto la disposizione. Mi sembra un’ubicazione originale
per un progetto di questo tipo e se vogliamo, anche figurativamente, è
interessante associare uno spazio di ‘incubazione di imprese’ ad un luogo di
transito, di passaggio.
Per quello che concerne invece il tuo preciso ambito di
studio, quali pensi possano essere potenzialità o punti di debolezza del
progetto?
Come noto
nel contesto Italiano dominano le PMI, dove mediamente lavorano meno di dieci
persone. Queste piccole realtà sono spesso relazionate tra loro nello scambiarsi
input e tecnologie specifiche. Le relazioni, quindi, specialmente in un
contesto di questo tipo sono molto fitte e le singole realtà intensamente
integrate. Per questo motivo trovo interessante creare uno spazio dove piccole
realtà che stanno nascendo si trovano a condividere e a scambiare informazioni,
esperienze oltre che a condividere e integrarsi fisicamente in ogni processo
produttivo. Credo sia un progetto ambizioso e potenzialmente molto attraente.
Credo sia necessario però una valutazione ex-ante delle singole realtà in modo
da selezionarle anche in base alle potenzialità di mercato e in modo da
alternare di volta in volta progetti che siano in relazione tra loro.
Come sai, l’intento a livello di programma è quello di
costituire un sistema generalmente applicabile; il caso di specie lo vuole
applicato proprio alla Newcross, sulla base dell’idea che anche tu già possiedi
di uno spazio simile, pensi che tutte le esigenze sarebbero così soddisfatte?
Per
quanto riguarda Newcross credo che sarebbe un vantaggio poter lavorare affianco
a studi grafici cosi come gallerie d’arte, ad esempio. E’ chiaro che non
potremmo soddisfare tutte le fasi produttive all’interno dello spazio (ad
esempio la lavorazione dei capi è più conveniente commissionarla per sfruttare
economie di scala e non sobbarcare costi di macchinari e tecnologie che sono
peraltro molto legati ad ogni singola stagione
e quindi ad ogni tecnica in voga). Credo che le potenzialità maggiori
siano, quindi, in termini di scambio di informazioni più che di servizi; a
parte quelli multimediali-grafici, che per natura richiedono uno scambio
continuo di informazioni tra committente e realizzatore.
Questo tipo di programma ovviamente prevede anche un aumento
di attività che ruoterebbero intorno alla vostra, credi possa essere un
vantaggio o un punto a sfavore?
Un
vantaggio, assolutamente. Per questo, cercherei di selezionare le varie realtà
in modo da renderle, anche sulla carta, il più integrabili possibile.
Il progetto per la particolare posizione che occupa, mira a
diventare anche uno spazio di aggregazione all’interno di un quartiere
popoloso, che però ad oggi possiede pochi veri punti d’incontro. Credi possa
rappresentare un valore aggiunto per la tua attività tutto ciò? Come potrebbe
essere gestito uno spazio pubblico simile?
La nostra
attività che si nutre di relazioni sociali oltre che tra acquirenti, tra
artisti, penso possa largamente beneficiare di notorietà e visibilità nel
quartiere. In particolare la Newcross, che intende mantenere e sfruttare
l’identità territoriale degli artisti e quindi dei prodotti, potrebbe anche a
livello produttivo riscontrare numerosi vantaggi. Avere, ad esempio, uno spazio
espositivo che per sua natura diviene identitario di un quartiere, incentiverebbe
e faciliterebbe la fase di ricerca e selezione dei nostri collaboratori.
Questa caratteristica fa anche sì che le distanze tra le
varie parti dell’area siano maggiori rispetto a quelle che ci si potrebbe
aspettare. Potrebbe questo rappresentare un problema, non so magari legato alla
produttività?
No, come
detto, in questo spazio non parlerei di produttività in termini di
realizzazione materiale dei prodotti; almeno per quanto riguarda Newcross.
Credo, tra l’altro, che le distanze possano essere utili per creare dei
percorsi che conducano i visitatori a vivere ogni parte dello spazio (penso ad
una esposizione artistica ad esempio). Se, inoltre, le distanze sono dovute a
una caratteristica strutturale del progetto, ossia al suo posizionamento, credo
che questo sia più importante di eventuali svantaggi ‘produttivi’, in quanto
conferisce una identità precisa allo spazio e, di questo, tutte le attività al
suo interno ne beneficerebbero.
Il tema scelto non è casuale, l’impressione è che possa
essere una scelta tematica piuttosto attuale. Tu che in questo investi tempo e
denaro, come vedi il rapporto tra l’attività che svolgi e il momento nel quale
la stai portando avanti?
Credo che
questo momento di crisi sia una opportunità. E’ proprio in questi momenti di
passaggio e distruzione del vecchio, che molte attività vincenti emergono.
Specialmente le attività che intendono inserirsi in un contesto ‘artistico’
penso possano trarre vantaggio da questi cambiamenti, che si traducono sempre
in nuove tendenze e nuovi stili. Il progetto in se, inoltre, andando a far leva sulle caratteristiche
delle imprese Italiane, ossia sulla loro piccola dimensione e stretta
integrazione, penso possa facilmente adattarsi anche in periodi ‘non di crisi’
e rimanere un luogo stimolante e attraente per qualsiasi start-up.
Conoscendo i progetti futuri di newcorss e pensando che
questo spazio possa racchiuderli, pensi che per posizione e dimensioni possa
essere azzeccato?
Si, credo
di si. Alla Newcross serve uno spazio di relazioni, oltre ad una sede fisica e
questo penso sia una interessante versione di ciò.
Grazie per la disponibilità!